I Makah e la caccia alle balene
GRUPPO TOOLBOX
Gruppo 4 – attività per l’organizzazione di mobilità internazionale
DESTINATARI
una classe di studenti dai 14 ai 18 anni
COMPETENZE INTERCULTURALI
- valorizzare/rispettare gli altri esseri umani
- valorizzare/rispettare le differenze e diversità culturali
- valorizzare/rispettare le altre culture/alterità culturale
- tolleranza
- empatia e decentramento
- pensiero critico
- consapevolezza culturale
- consapevolezza e conoscenza di se stessi
- comportamento interculturale
- approccio multiprospettico
- capacità di ascolto e osservazione
- conoscenza e comprensione delle altre culture
- conoscenza e comprensione della cultura in generale
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
- sviluppare una comprensione circa le rivendicazioni apparentemente contrastanti al diritto di partecipare alla vita culturale e protezione dell’ambiente
- sviluppare il pensiero critico, le competenze per presentare un argomento e per la costruzione del consenso
- sviluppare una mentalità aperta rispetto alle differenze culturali
TEMPO
150 minuti
MATERIALE NECESSARIO
- supporti stampati: ogni partecipante dovrebbe avere il proprio ruolo di riferimento
- carta e penna per prendere appunti
ISTRUZIONI
L’attività è divisa in due parti: la prima parte (30 minuti) è un’introduzione all’attività e alle problematiche ambientali e culturali, mentre la seconda (90 minuti) è una simulazione di incontro tra la tribù Makah e i rappresentanti del movimento anti caccia alla balena.
Parte 1. Introduzione alle tematiche ambientali e culturali (30 minuti)
Spiegare che questa attività riguarda i diritti ambientali e culturali. Si concentra su un desiderio dei Makah di riprendere la caccia alla balena e l’opposizione da parte degli attivisti.
Raccontare dei Makah e spiegare che il confronto è in corso da molti anni e che i costi legali stanno aumentando senza produrre un risultato concreto. Gli attivisti hanno usato metodi sconsiderati che hanno messo a repentaglio le loro vite e quelle di altre persone. Alcuni membri dei Makah sono così frustrati che hanno ricominciato a cacciare violando le leggi. È una situazione molto insoddisfacente per tutti e sembra che le parti stiano cercando di riunirsi per cercare un compromesso comune.
Spiegare le problematiche, chiedendo agli studenti di esprimere la propria opinione tramite la tecnica “su o giù” (alzarsi per esprimere accordo, rimanere seduti per esprimere disaccordo).
Leggere le seguenti frasi una alla volta:
- Le abitudini delle persone dovrebbero essere rispettate a condizione che non abusino dei diritti umani.
- Dobbiamo rispettare il diritto personale di scegliere cosa mangiare, se essere vegani, vegetariani o mangiare carne.
- Il cibo che mangiamo deve essere prodotto utilizzando metodi rispettosi dell’ambiente.
- L’allevamento non dovrebbe usare metodi crudeli come l’allevamento intensivo o modi crudeli di macellazione.
- Le tradizioni culturali sono molto importanti per le persone e vanno rispettate.
- Le balene non dovrebbero essere cacciate, neanche per motivi culturali.
Parte 2. Un incontro simulato per trovare un compromesso tra la tribù Makah e gli antagonisti alla caccia alla balena. (90 minuti)
Ricordare al gruppo che feroci battaglie, sia reali che legali, stanno continuando da anni e ora è il momento di trovare una soluzione. Questa attività è una riunione simulata, ospitata da un’organizzazione immaginaria denominata Crest (Culture, Rights, Environment, Sustainability and Talk). Crest è un’organizzazione indipendente che lavora per portare una prospettiva di rispetto dei diritti umani nelle questioni ambientali. Sono impegnati a promuovere la comprensione attraverso il dialogo.
La simulazione è un incontro presieduto da Crest tra quattro gruppi:
- La tribù Makah vuole riprendere la caccia alla balena
- Alta Alleanza Nord (HNA), un’organizzazione di balenieri e cacciatori di foche che lavora per il futuro delle culture costiere e l’uso sostenibile delle risorse marine. L’HNA supporta la Makah.
- Sea Shepherd, un’organizzazione che indaga e documenta violazioni di leggi, regolamenti e trattati internazionali che proteggono la fauna selvatica marina. Si oppongono alla richiesta di Makah.
- Greenpeace, attivisti ambientalisti che si oppongono alla caccia delle balene.
Il ruolo di Crest è agevolare una discussione che si concentrerà su cinque domande:
- Perché sono importanti le balene?
- Le balene grigie sono specie in pericolo?
- Perché i Makah dovrebbe smettere di mangiare la carne di balena?
- Si può modificare il rituale Makah di caccia alla balena?
- Se si può raggiungere un accordo, quale tipo di monitoraggio sarà necessario per garantire che le balene siano protette?
Chiedere a quattro volontari di rappresentare Crest e dividere il resto del gruppo in quattro gruppi. Distribuire le schede con le istruzioni per i ruoli. I gruppi hanno 30 minuti per discutere le informazioni e considerare le loro posizioni e gli argomenti a sostegno delle cinque domande.
Quando i gruppi sono pronti, riunire tutti e chiedere alle persone che rappresentano Crest di prendere posto al centro. La riunione dovrebbe durare 60 minuti.
Crest apre l’incontro con una breve dichiarazione sul quadro dei diritti umani e ambientali degli eventi passati, ricordando che lo scopo della riunione è condividere informazioni e discutere delle questioni, così come formulato dalle cinque domande.
La tribù di Makah procede spiegando la propria posizione e le proprie motivazioni. Quindi ha inizio la discussione. Alla fine Crest dovrebbe riassumere.
Fare una breve pausa prima del debriefing.
Debriefing
Chiedere ai gruppi di riflettere sulle discussioni e sulla possibilità di trovare un accordo rispetto a ciascuna delle 5 domande.
- È stato difficile interpretare il ruolo?
- Cosa hanno imparato i partecipanti?
- Chi ha avuto le argomentazioni migliori? Ha fatto appello ad argomenti logici e ragionati o emotivi?
- Quanto è stato difficile ascoltare e cercare di comprendere/accettare l’opinione della parte opposta?
- Quanti aspetti comuni si sono trovati per ciascuna delle domande?
- Nella vita reale, quanto è difficile accettare le pratiche culturali di altre persone che si considerano scortesi, incomprensibili o non etiche?
- A che punto lo scontro culturale diventa discriminazione?
- Quanto è difficile essere aperti alle differenze culturali?
- La globalizzazione conduce inevitabilmente alla perdita della cultura? Una cultura cambiata è una cultura persa? Non dovremmo vedere il cambiamento culturale come un processo positivo in un mondo in continua evoluzione?
- Quali diritti umani sono in discussione in questa attività?
- Le richieste legali di diritti controversi vengono spesso decise in tribunale. È questo un modo giusto per risolvere i problemi dei diritti umani?
- Quale dovrebbe essere la priorità tra le rivendicazioni al cibo e alla vita o la tutela dell’ambiente e la conservazione delle specie?
Terminare l’attività usando nuovamente la tecnica “su o giù” per vedere se i partecipanti hanno cambiato opinione sulla questione delle balene. Ripetere le stesse domande usate all’inizio.
SUGGERIMENTI
La complessità delle questioni affrontate in questa attività la rendono più adatta a un gruppo maturo con buone capacità di dibattito. Ci sono molte informazioni da assimilare e le istruzioni per i ruoli presuppongono un certo livello di conoscenza dei diritti umani e della terminologia ambientale. Si potrebbe prendere in considerazione l’idea di svolgere l’attività in due sessioni, fornendo più tempo ai gruppi per leggere i ruoli e riflettere sui problemi.
Un obiettivo importante di questa attività è mettere a confronto i giovani con i limiti delle proprie prospettive culturali, consentendo loro di riconsiderare i propri atteggiamenti verso l’uso sostenibile della fauna selvatica. La caccia alla balena è un problema emotivo per molte persone. Questo lo rende un argomento impegnativo e difficile da affrontare. Si potrebbe, ad esempio, chiedere ai partecipanti come reagirebbero se fosse vietato mangiare alcuni alimenti importanti per la loro cultura, la loro vita e le loro tradizioni. Un secondo obiettivo è sviluppare competenze per la costruzione del consenso, motivo per cui l’attività è stata progettata per essere una riunione che è mediata da un’organizzazione immaginaria Crest (Culture, Rights, Environment, Sustainability and Talk). Prima di svolgere l’attività, si consiglia la lettura delle informazioni sulla costruzione del consenso.
Nella parte 2 potresti voler espandere alcune delle domande:
- Perché sono importanti le balene? Prendiamo in considerazione i motivi economici, storici, ambientali e spirituali?
- Le balene grigie sono specie in pericolo? Quali sono le prove scientifiche?
- Perché i Makah dovrebbe smettere di mangiare la carne di balena? Si consideri che gli ebrei e i musulmani non mangiano maiale per motivi culturali, tuttavia non impediscono ad altre persone di mangiarla.
- Si potrebbe modificare il rituale di Makah di caccia alle balene? Tenete a mente che le pratiche culturali possono cambiare e spesso cambiano: ad esempio, in risposta all’epidemia di AIDS, nelle culture di tutto il mondo parlare del sesso non è più tabù e rituali relativi al sesso, come la “widow cleansing” (purificazione della vedova) , vengono modificati e messi in discussione.
- Se si potesse raggiungere un accordo, quale tipo di monitoraggio sarebbe necessario per garantire che le balene siano protette? Considerare la facilità di accesso alle informazioni, chi può essere responsabile di monitorare che la popolazione di balene sia in salute, che i numeri di esemplari siano normali e come evitare imbrogli.
Controllare che i partecipanti comprendano appieno il significato di alcuni termini e concetti usati nelle schede dei ruoli. Per esempio:
Persone indigene
Non ci sono distinzioni nette che ci permettano di definire inequivocabilmente le persone indigene. In generale, si può dire che sono i discendenti dei popoli che originariamente occupavano la terra prima dei colonizzatori e prima che venissero disegnati i confini statali. Sono spesso tribali. La Dichiarazione del 2007 sui diritti dei popoli indigeni riconosce il loro diritto all’autodeterminazione, il loro diritto di determinare liberamente lo sviluppo economico, sociale e culturale e il loro diritto alla dignità e alla diversità culturale.
Il principio di precauzione
Il principio precauzionale afferma che “quando un’attività suscita minacce di danno alla salute umana o all’ambiente, è necessario adottare misure precauzionali anche se alcuni rapporti di causa ed effetto non sono scientificamente stabiliti”. Comprende l’adozione di misure nonostante l’incertezza, lo spostamento degli oneri di prova a coloro che creano rischi, l’analisi delle alternative alle attività potenzialmente nocive e metodi decisionali partecipativi.
Sostenibilità
Nel 1989 la Commissione Mondiale delle Nazioni Unite per l’Ambiente e lo Sviluppo (WCED) ha definito lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze”. “Utilizzo sostenibile” è un’espressione che si applica solo alle risorse rinnovabili: significa utilizzare la risorsa ad una velocità tale che rientri nella capacità di rinnovamento. Esiste un principio globale di utilizzo sostenibile delle risorse naturali del mondo basato su prove scientifiche e dati oggettivi.
FONTI
Council of Europe, 2002, Compass, manual for Human Rights Education with Young People, http://www.coe.int/en/web/compass http://www.coe.int/en/web/compass