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Che cosa sono le competenze interculturali?

Le competenze interculturali comprendono le capacità di riconoscere ed apprezzare le diversità altrui e i modi in cui queste entrano in gioco in varie situazioni. Non sono una serie di ricette standard per situazioni predefinite, ma linee guida che preparano ad osservare ed affrontare l’imprevisto. Implicano la disponibilità a confrontarsi con le diversità in modo etno relativo, cioè prendendo in considerazione valori e comportamenti da una prospettiva più ampia, senza vedere i propri come normali o superiori. Inoltre è da evitare il meccanismo di alterità, inteso come percepire il mondo a fazioni, noi contro loro, dove gli altri sono tutte le persone diverse da se stessi. Identificare ed etichettare qualcuno come “l’altro” tende ad attribuirgli un’identità che può essere difficile da mettere da parte, motivo per cui le competenze interculturali comprendono anche questioni di potere.

Le competenze interculturali sono strettamente collegate all’empatia, alla capacità di osservazione e di ascolto, alla flessibilità, alla capacità di risoluzione del conflitto e alla tolleranza per le ambiguità. Sono anche connesse alla responsabilità civica, ai valori di democrazia e ai diritti umani.

Il presunto concetto di cultura

La visione non-essenzialista della cultura (Adrian Holliday, 2011) afferma la complessità e la molteplicità delle identità individuali, ben oltre i contesti geografici o addirittura familiari. Le persone possono far parte di gruppi o culture diverse, che possono essere definiti da nazionalità, etnia, linguaggio, età, classe sociale, sesso, religione, orientamento politico, sessuale, ecc. Il senso di appartenenza non è solo molteplice ma cambia, aumentando o diminuendo a seconda del contesto, delle interazioni e degli interlocutori. L’identità culturale può essere incoerente, negoziata e costruita in diverse situazioni e può dipendere da molti fattori.

Situazioni interculturali (Barrett. M. et alii, 2016, Competences for Democratic Culture: Living together as equals in culturally diverse democratic societies,  p. 20)

Ogni interazione interpersonale è potenzialmente una situazione interculturale. Spesso quando incontriamo altre persone, le riconosciamo come individui con una serie di caratteristiche personali che li distinguono dagli altri. Altre volte, invece, le riconosciamo attraverso le loro caratteristiche culturali e le raggruppiamo insieme ad altre persone con gli stessi attributi. Diversi fattori possono causare il cambio di prospettiva da individuale a culturale. Ad esempio:

  • la presenza di simboli o rituali che richiamano gli aspetti culturali nella mente di chi osserva;
  • l’uso frequente degli stessi attributi culturali quando si pensa o parla di altre persone, che li rende più facilmente accessibili nella mente dell’osservatore;
  • l’utilità di un attributo culturale nell’aiutare a comprendere il comportamento delle altre persone.

Le situazioni interculturali possono quindi emergere quando una persona percepisce un individuo (o un gruppo) come diversa da sé. Ogni essere umano è esposto frequentemente a situazioni interculturali con o senza interazione con altri.

L’apprendimento delle competenze interculturali (o apprendimento interculturale) è un processo che dura tutta la vita e ha risultati migliori attraverso un apprendimento cosciente, pianificato e guidato (D. A. Kolb, 2015, Experiential Learning: experience as the source of learning and development). È importante ricordarsi che l’esposizione e l’interazione con persone di culture diverse non implica o garantisce un apprendimento interculturale (Y. Amir, 1969, Contact Hypothesis). È degno di nota che l’ambito dell’apprendimento non formale abbia ottenuto finora risultati migliori nell’agevolazione di questi processi di apprendimento.

La valutazione delle competenze interculturali è impossibile da monitorare attraverso processi di valutazione standard, come nei casi di capacità e competenze complesse basate sul comportamento. Poiché il processo di apprendimento interculturale dura tutta la vita, nessuna competenza può mai essere appresa perfettamente. La valutazione dovrebbe essere qualitativa, formativa, volontaria e incentrata sulla persona che apprende.

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